La Tira di Cairo Montenotte ha una storia antica che si protrae per gli ultimi tre secoli trascorsi e va ad assumere i connotati di una leggenda, tramandata e raccontata attraverso gli anni e le generazioni.
Questo piatto, che altro non è che una pagnottella che racchiude al suo interno della salsiccia, nacque come nasce sempre quanto di speciale: per caso.
Alla fine del XVIII secolo, al termine della battaglia di Millesimo, i soldati napoleonici si aggiravano per le valli liguri in cerca di cibo.
Gepin, un modesto contadino del tutto ignaro di queste scorrerie, venne colto alla sprovvista dall’arrivo dei soldati mentre era intento a preparare delle salsiccie con la carne del maiale appena ucciso.
Decise, quindi, di nascondere il frutto del suo lavoro nel primo posto che gli venne in mente: una madia.
Fortunatamente i soldati ,dopo aver cercato in ogni dove e non avendo trovato nulla che potesse alleviare la loro fame, decisero di abbandonare l’abitazione di Geppin.
Fu in quel momento che il contadino ebbe una grande sorpresa: nella madia trovò le salsiccie avvolte nella pasta, messa precedentemente a lievitare nel posto scelto come nascondiglio.
Geppin decise di cuocere le salsiccie nel curioso modo in cui le aveva ritrovate, per non sprecare nulla dei frutti del suo lavoro casalingo, e diede vita a questa semplice ma succulenta prelibatezza.
Questa la storia e queste le origini semplici ma particolari.
Tuttavia, la Tira viene considerato un piatto a rischio di estinzione: nonostante, infatti, i produttori si cimentino spesso e volentieri nella realizzazione di questa ricetta, sembra che la sua produzione stia lentamente scemando.
La gustosa pagnottella, però, ha un carattere forte e determinato e continua a rappresentare un piatto tipico e protagonista di ogni festa paesana.